L’idea di una ricerca, fra l’altro nata nella Città dell’Amor: Roma, sull’attuazione del Social Housing, nelle Repubbliche Italiana e Messicana, inizialmente era ispirata all’esigenza di individuare, attraverso una comparazione1 tra l’esperienza di entrambi i Paesi, i possibili istituti che potessero contribuire al perfezionamento del sistema abitativo in Italia e in Messico.
Tuttavia, com’è noto a tutti noi cittadini del mondo, negli ultimi tre anni si sono verificati diversi fatti che ci hanno sconvolto il cuore, in seguito alle devastanti conseguenze della crisi economica odierna, per cui questo studio ha dovuto allargare le maglie dell’indagine verso l’EU28, con lo scopo di cercare le condizioni affinché ne possano beneficiare il maggior numero di persone.
Nonostante ciò, più si andava avanti con la ricerca, e più ci si rendeva conto che il volto internazionale continuava a cambiare. Cambiamento drammatico ed epocale e di cui parleremo nel nostro studio.
La presente ricerca, quindi, non punta solamente verso un miglioramento del settore abitativo degli italiani, dei messicani e dei cittadini EU28, perché questa delimitazione sarebbe non soltanto egoista, ma profondamente ridicola, miope, suicida, poiché la saggezza di un essere umano si dimostra così: «Non per avere tutto, ma nel contribuire a che sia possibile arrivare ad essere un tutto».
Ora in questo “clima di odio” che si vive in alcuni Stati della Comunità Internazionale, perché pensare di ristrutturare soltanto l’appartamento se il condominio, ovvero la nostra Casa Comune, La Terra, sta andando a pezzi! A quale essere umano pensante – che si consideri tale – , verrebbe in mente di ristrutturare la sua casa, impreziosirla nei suoi interni e arredi, spendendo tutti i suoi “averi”, quando la palazzina (e di conseguenza anche la propria abitazione) rischia di crollare, perché deteriorata: una struttura indebolita, ammuffita, consunta per l’usura del tempo, per le sciagura, per l’avidità dei parassiti.
E non solo, a quale essere umano saggio potrebbe bastare l’oro delle sue finestre, se da queste, si intravede un freddo e oscuro inverno, con immagini tristi, fotografie della sofferenza dei suoi coinquilini: altri essere umani, altri essere viventi che nel passato riempivano di gioia e di bellezza la natura, ma che oggi hanno la paura riflessa negli occhi, indifesi, fuggiaschi, perché la loro casa è distrutta, perché vittime della malvagità e dello squilibrio di tante menti malate e vigliacche.
Solamente un suicida, un miope, potrebbe pensare che a lui basterebbe la bellezza della sua “casa” per essere felice, non dando importanza a ciò che lo circonda!
Quindi, con questa chiave di lettura, in questa linea di equilibrio, di supremazia dell’Amore, di equilibrio fra mente e cuore, di fraternità universale, di sacralità di ciascuna vita umana, ed in particolare, nel nome di quei poveri, di quegli anziani, di quei bambini, di quegli ammalati, di quegli immigrati, di quei rifugiati, di quei disoccupati, degli abbandonati e degli scartati dalla società, questo progetto, DOMUS XXI è di tutti e per tutti, e deve edificarsi nel rispetto, nella comprensione e nella sacralità di ogni essere vivente e del creato, insegnataci da Paolo VI: «L’edificio della moderna civiltà deve reggersi su principi spirituali, capaci non solo di sostenerlo, ma altresì di illuminarlo e di animarlo»3.
Procediamo, quindi ad introdurre questa nostra ricerca!
Nell’affrontare il tema si è scelto di analizzare l’incidenza dell’economia nel Social Housing e l’operato dei governi, con particolare riferimento all’ordinamento italiano e messicano. Il presente lavoro analizza la tutela svolta in entrambi i sistemi al fine di accertare se, ed in quale misura, sia possibile parlare di punti di convergenza e divergenza circa le linee di sviluppo del Social Housing.
Il tema relativo al diritto alla casa è stato disaminato attraverso un’analisi dell’andamento dell’economia globale, in particolare degli effetti della crisi economica in Europa e le relative politiche di attuazione di Social Housing in Italia. Ed ancora, si è esaminata la portata del modello messicano dell’Instituto del Fondo Nacional de la Vivienda para los Trabajadores (Infonavit) e la sua quotazione in borsa attraverso i “Certificados de Vivienda” (CEDEVIS) quale ulteriore forma di finanziamento dell’Infonavit.
La presente ricerca si compone di tre sezioni: la prima, divisa in sei capitoli, in cui viene analizzato il panorama socio-economico e di Social Housing in Europa (con particolare riguardo all’Italia), la seconda sezione, suddivisa in due capitoli, incentrata sul sistema di Social Housing in Messico, in particolare il sistema Infonavit. La terza e ultima sezione è divisa in tre capitoli, in cui si riporta una sintesi del contesto storico e contemporaneo del XXI secolo ed i relativi effetti nella Comunità Internazionale (raccontata attraverso 21 considerazioni, “micro – pillole” riassuntive). Infine, vengono formulate delle osservazioni conclusive, contenenti delle proposte.
Il lavoro si apre con il capitolo intitolato “Il contesto economico e sociale europeo: il relativo impatto sulle generazioni presenti e quelli future”, in cui si analizza la difficile stagione di crisi finanziaria e le conseguenti difficoltà affrontate dalle nuove generazioni nell’accesso al mercato del lavoro. La crisi ha prodotto conseguenze economiche e sociali; fra tutte si possono annoverare l’elevata disoccupazione e le nuove tipologie contrattuali (caratterizzate dalla temporaneità e dalla minor tutela) ampiamente diffuse, che rappresentano per le nuove generazioni europee importanti condizionamenti rispetto alla scelta di intraprendere un percorso di vita autonomo. In particolare, nel caso italiano, la disoccupazione è un fenomeno rilevante tra i giovani, anche laureati, e le persone poco qualificate. Nel presente capo vengono anche analizzate le misure poste in essere sia a livello nazionale che europeo, nel tentativo di creare nuove forme di welfare per garantire equilibrio, stabilità, prosperità sociale ed economica.
Nel secondo capitolo, dal titolo “Il disagio abitativo”, si esaminano gli indicatori europei di esclusione sociale della strategia EU2020 e le relative azioni intraprese dall’Italia per il loro monitoraggio e miglioramento, nell’attuale contesto di crisi economica. In questo capo vengono analizzati i fenomeni del disagio abitativo e dell’esclusione sociale, sia come un processo di rottura sociale tra individui ed istituzioni, che porta inevitabilmente ad una vulnerabilità sociale, e sia come ripercussione sulle giovani generazioni che non riescono ad “emanciparsi” economicamente e socialmente, rimanendo forzatamente all’interno del nucleo familiare di origine. Circostanza, quest’ultima, che viene ribadita dagli ultimi rapporti ISTAT, in cui si osserva come il 47,4% dei giovani occupati italiani viva ancora con i genitori, ostacolando così la loro indipendenza sociale ed economica, che porta inevitabilmente ad alimentare il fenomeno del “disagio abitativo”, e ad una situazione di “stress” e “frustrazione” per la mancanza di accesso alla casa e relativo mantenimento, o, nel “peggiore” dei casi al “sovraffollamento” delle abitazioni e la conseguente inidoneità abitativa.
Nel terzo capitolo, dal titolo “Analisi e riflessioni del mercato immobiliare in Europa nel contesto attuale di crisi finanziaria”, si esaminano le caratteristiche del mercato immobiliare italiano e degli altri Paesi europei nel quadro dell’ancora non conclusa crisi finanziaria, momento storico in cui l’abitazione costituisce un bene primario sempre più negato, in particolar modo ai gruppi sociali più vulnerabili. Questi infatti si trovano sempre più esclusi dal mercato abitativo in assenza di adeguate politiche sociali, sia a livello nazionale che europeo, che portano ad un aumento esorbitante del deficit di alloggi dignitosi accessibili. Nel quadro attuale del mercato immobiliare europeo si osserva una diminuzione nella sicurezza della locazione nei contratti, con un maggior rischio di inadempimento delle ipoteche, che porta inevitabilmente allo sfratto. In questo contesto è inevitabile il verificarsi di molteplici difficoltà per l’accesso al credito e le continue fluttuazione dei tassi di interesse dei mutui bancari, che frequentemente assorbono larga parte del reddito disponibile, che nel caso italiano è fermo ai livelli di trent’anni fa (sebbene ci siano stati alcuni miglioramenti dei mutui nei mesi di settembre ed ottobre 2015, con gli ultimi interventi del governo del 2014). Quindi nel presente capo vengono illustrati i dati raccolti sul settore immobiliare, i quali, sebbene sia ancora presente la crisi finanziaria, suggeriscono un miglioramento della situazione generale, ma che in realtà potrebbe avere scarsi benefici a lungo termine.
Nel quarto capitolo, intitolato “Il Fondo Sociale Europeo”, si esaminano le misure euro -comunitarie, operanti in tema di diritti sociali e welfare, volte a promuovere iniziative regionali, nazionali ed europee, attraverso il Fondo Sociale Europeo che dal 2014, vengono collocate all’interno di un quadro comune e perseguono obiettivi politici complementari, rappresentando la principale fonte di investimento a livello euro – comunitario per aiutare lo sviluppo, la crescita e la ripresa dell’occupazione, garantendo agli Stati membri, in linea con gli obiettivi di Europa 2020.
Nel quinto capitolo, dal titolo “Le politiche sociali e il loro decentramento in Europa”, vengono illustrate le politiche attuate nell’ambito del Social Housing nei Paesi europei, in particolare in Italia. L’Unione Europea per poter garantire tali finalità, opera attraverso la formula “Think global, act local” per il tramite del programma – quadro noto come PROGRESS, il quale si prefigge, tramite il Fondo Sociale Europeo, di fornire un aiuto finanziario per ridurre il divario tra gli Stati membri e le loro regioni in tema di “qualità della vita”.
Nel sesto capitolo, dal titolo “Il Decreto Legge 47/2014: Il c.d. Piano Casa”, vengono individuati i provvedimenti italiani indirizzati a risolvere la “crisi abitativa” che affligge il Paese, ed inoltre le misure volte a reprimere il fenomeno dell’occupazione abusiva. In questo capo, vengono descritte le misure attuate dall’Esecutivo, ovvero il c.d. Piano Casa.
Successivamente, nella seconda sezione dal titolo “Il Social Housing negli Stati Uniti del Messico”, strutturata in due capitoli, vengono analizzati nel primo capo l’Instituto del Fondo Nacional de la Vivienda para los Trabajadores (Infonavit). Nel secondo, vengono illustrati i “Certificados de Vivienda” (CEDEVIS) e la loro quotazione in borsa.
La terza sezione intitolata “Un Sogno per la Comunità Internazionale: DOMUS XXI”, è composta di tre capitoli, nel primo capo dal titolo “La veritas” viene proposta una sintesi sul contesto storico e contemporaneo del XXI secolo e dei relativi effetti nella Comunità Internazionale, una lettura attraverso 21 considerazioni su diverse questioni che incidono direttamente sulla tenuta e l’attuazione del diritto alla casa in Europa. Nel secondo capitolo dal titolo “L’arringa: Amore versus odio”, sono illustrati gli “eccessi del capitalismo” odierno e la conseguente mancanza di fiducia dei cittadini del mondo, verso i leaders e le istituzioni in alcuni Paesi membri della Comunità Internazionale, inoltre si propongo alcuni rimedi per cambiare rotta, fra cui il passaggio ad un “capitalismo inclusivo”. Infine, nel terzo capitolo dal titolo “La vie en rose: Iustitia”, vengono formulate le osservazioni conclusive sull’esito della ricerca sul Social Housing operante in Europa ed in Messico, nonché le proposte di creazione di quattro nuove istituzioni che possono contribuire al perfezionamento del sistema abitativo non solo in ambito europeo, ma anche internazionale: due a livello europeo, la creazione dell’Istituto per il Fondo Europeo del Social Housing (IFESH) col rispettivo organo di controllo e la creazione dell’azienda multinazionale: MAGAZZINO IFESH28 e due enti di portata mondiale, la creazione di un Centro di ricerca: Domus XXI e la creazione di una Fondazione che porti lo stesso nome.
L’auspicio è che la presente ricerca sia la “cassa di risonanza” affinché tutte le menti brillanti e sognatrici, che non hanno paura dell’Amore, presenti nell’Unione Europea e competenti nelle diverse materie oggetto di studio, facciano un “lavoro di squadra” per contribuire, in primo luogo, a dare gli strumenti giusti agli economisti, ai giuristi, ai leaders, ai governanti, agli uomini delle istituzioni dell’EU28, dell’ONU, della Banca Mondiale, dello IOR, al fine di perfezionare “la planimetria” nonché “i materiali di costruzione” proposti nel presente documento per mettere su, la prima pietra dell’IFESH.
In secondo luogo affinché tutti gli uomini e donne di buona volontà, “sognatori che non hanno paura dell’Amore” presenti nel mondo dell’imprenditoria, delle finanze e le Istituzioni dell’Unione Europea, facciano un prezioso “lavoro di squadra”, con lo scopo di riuscire a sottoscrivere l’atto costitutivo della “multinazionale” MAGAZZINO IFESH28, che permetta finalmente a tutti quegli esseri umani oggi scoraggiati e sfiduciati, di vedere una luce di speranza per il loro futuro – che oggi purtroppo vedono oscurato – , che gli permetta di riacquistare la loro dignità attraverso la via maestra del lavoro, così da poter fare due passi avanti (per ora bastano questi due passi) verso la Felicità, ovvero il diritto di avere una Famiglia e quindi il diritto di avere una Casa.
Ed ancora, il nostro desiderio è che questo spirito di “lavoro di squadra” venga sparso come un’potente “virus letale”, un piccolissimo virus a cui daremmo un nome speciale: AMORE, LOVE, AMOUR, LYUBOV, LIEBE, ALHABB, AMOR! oggi ti lasciamo libero!, quindi VOLA, FLIES, VUELA, MOUCHES, ALDHDHUBAB, MUKHI, FLIEGEN! e fai il tuo lavoro! TOCCA, TATCHI, TOCA, TOUCHES, DOTYKA, BERØRER, SCHLIFF!, tutti i CUORI, HEARTS, CŒURS, CORAZONES, SERDTSA, HĀTSU, CORAÇÕES! ed in particolare, quei cuori di tutte le menti feconde, brillanti e sognatrici, presenti in ogni Università ed Enti di Ricerca della Terra competenti nelle materie oggetto di studio (virus, non ti dimenticare però, di colpire anche quelle menti brillanti e sognatrici, che sono fuori dai “grandi laboratori”, perché forzatamente escluse), al fine di mettere insieme tutti i nostri “mattoncini”, “ferri” e “cemento” che abbiamo disegnato meticolosamente e con pazienza, lungo tutto questo arco temporale di ricerca e di studio, affinché non continuino ad ammuffirci, ad essere mangiati dall’usura del tempo, dall’avidità dei parassiti; doniamoli (facciamo onore ai nostri titoli di Professori, Dottori di Ricerca, Scienziati nelle tecniche e migliori pratiche innovative: architettura e design, sistemi intelligenti e digitali, sostenibilità e risparmio energetico, integrazione culturale, prevenzione e adozione di misure di azione nell’impatto di terremoti, alluvioni, piogge e straripamenti, eventi atmosferici in generale, etc.) affinché si possa mettere OGGI, TODAY, AUJOURD’HUI, ALYAWM, SEGODNYA, AHORA, HOJE, non domani!, la prima pietra del Centro di Ricerca: Domus XXI e la sua Fondazione, sede in cui disegneremo (tutti e per tutti) il quadro normativo evolutivo sulla tenuta della nostra Casa Comune, La Terra, un disegno prescrittivo che sarà inviato ai legislatori di ogni Stato membro della Comunità Internazionale per il loro analisi e considerazione nella propria attività legislativa.
Regole nuove che nasceranno per unire e non per dividere.
Un quadro normativo il cui compito sarà quello di ricomporre, attraverso il dialogo tra culture e ideologie diverse, l’unità della Comunità Internazionale che purtroppo si è frantumata dall’esperienza delle ultime vicende; quindi questo quadro normativo avrà come scopo quello di insegnare alle generazioni presenti ed e quelle future le virtù civili: in primis, l’Amore per la nostra Casa Comune, la Terra, il rispetto per le istituzioni, per i propri genitori e famigliari e la loro società, la dedizione al lavoro e con spirito di sacrificio, la carità (verso gli altri essere umani e viventi), la pietà (verso gli altri essere umani e viventi), l’umanità, l’umiltà, l’obbedienza della IUSTITIA e della VERITAS, ed in genere fornire consigli di stampo etico (eredità dei Grandi Saggi Universali) utili per il nostro viaggio corto – lungo, chiamato vita.
Regole nuove che non devono guardare verso il passato in modo negativo, ma in positivo, interpretando in senso retroattivo e con effetti erga omnes le vicende precedenti in modo da avere una nuova visione che aiuti le generazioni future.
La visione di questo nuovo quadro normativo deve rappresentare la base della nuova convivenza civile; i suoi principi ed i suoi valori si dovranno radicare gradualmente, a lungo termine, nella coscienza collettiva dell’intera Comunità Internazionale.
Il valore giuridico e “pedagogico” di queste nuove regole deve essere un fondamento della democrazia a livello globale, in cui trovare la base di quelle “virtù della Carta delle Nazione Unite” della libertà, della giustizia sociale, della solidarietà, della tolleranza, dell’onestà e della trasparenza della vita pubblica intorno a cui si è costruita non solo l’Organizzazione delle Nazione Unite, ma la “Patria dei Cittadini del Mondo”: la Comunità Internazionale come luogo di crescita della persona e di esercizio delle libertà fondamentali.
Questo nuovo quadro normativo e le rispettive azioni devono servire, inoltre, a far vivere in ogni angolo della Terra, l’eredità universale dei grandi giuristi della storia dell’Umanità, fra cui l’Avvocato dei più bisognosi, dei più deboli, un “Poeta della Giustizia Sociale”, l’italiano Piero Calamandrei la cui eredita combina i valori più saldi dello “Stato di diritto” con le prospettive più nuove di uno “Stato sociale” impegnato, in primo luogo, a promuovere, con la dignità della persona, l’eguaglianza e i diritti sociali. Un legato che porta impresso il segno della “giustizia”: di quel richiamo costante e appassionato alla “legge giusta” e dal “processo giusto” che Calamandrei, fin dai suoi anni giovanili, aveva scelto come il primo degli obbiettivi da perseguire nella sua missione di giurista e nella sua esperienza di cittadino.
Una giustizia – scrive Calamandrei in uno dei passaggi più intensi del suo “Elogio dei giudici” – che “c’è; (che) bisogna che ci sia; (che) voglio che ci sia”. E “voi giudici dovete ascoltarmi”.4
Effettivamente, Giudici delle Leggi, presenti in ogni angolo del Pianeta, purtroppo in questo periodo buio c’è bisogno di Giustizia e soprattutto di Pace.
Mancano IUSTITIA e VERITAS, nel campo dei diritti umani in alcuni Stati membri della Comunità Internazionale, infatti ad alcuni cittadini del mondo non viene garantito il loro diritto umano allo sviluppo a cui fa riferimento l’articolo 1° della Dichiarazione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 1986; sì, quel diritto umano inalienabile in virtù del quale ogni persona e tutti i popoli sono legittimati a partecipare, a contribuire ed a beneficiare dello sviluppo economico, sociale, culturale e politico, ed in cui tutti i diritti umani e tutte le libertà fondamentali possono essere pienamente realizzati. Quel diritto umano che implica anche la piena realizzazione del diritto dei popoli all’autodeterminazione che comprende l’esercizio del loro inalienabile diritto alla piena sovranità su tutte le loro ricchezze e risorse naturali.
Oggi, Giudici delle Leggi, c’è bisogno di giustizia perché, ci sono degli esseri vili che purtroppo si sono infiltrati nelle istituzioni di alcuni degli Stati membri della Comunità Internazionale; sì, avete indovinato, in quegli Stati “meno virtuosi”, in cui impera l’incapacità d’amare, dove la parola umanità è stata cancellata dal vocabolario, non c’è più il senso di ubbidienza alla IUSTITIA e alla VERITAS, molte sono state le vigliaccherie inflitte ai loro popoli, tante da non poter essere elencate in questo documento essendo sufficiente richiamare qui un passaggio “storico” del Sermón de adviento scritto dagli otto membri dell’Ordine dei frati predicatori (Ordo fratrum praedicatorum), il c.d. Ordine dei domenicani in America, tenutosi nell’isola La Española nel 1511 (pronunciato dal frate Antonio di Montesinos), al fine di farvi capire con queste parole universali e molto ad hoc, il perché della sofferenza e lacrime amare dei nostri confratelli. Così recita il testo: «Per darvi questo messaggio, sono salito qui, perché sono la voce di Cristo nel deserto di questa isola, e per ciò, vi chiedo la vostra attenzione. Specialmente quella del vostro cuore e dei vostri sensi, ascoltatela questa voce; che sarà, senza altro, la voce novella, che mai avrete sentito, la voce più ruvida e dura, la più spaventosa e pericolosa che avete mai pensato di sentire […] Tutti voi siete in peccato mortale e in esso vivete e morite ogni giorno, per la crudeltà e la tirannia che usate con queste persone innocenti. Ditemi, con quale diritto e con quale giustizia tenete in questa servitù crudele e orribile questi indigeni? Con quale autorità avete intrapreso guerre detestabili contro queste persone, che vivevano serene e tranquille nelle loro terre e che oggi in numero indefinito sono morte o devastate, perché i loro appelli non sono stati mai ascoltati da nessuno, voi li avete consumate? Come si fa a tenerli così oppressi ed stanchi, senza dargli da mangiare e curare le loro malattie che sono state arrecate dagli eccessi del lavoro forzato che gli fate svolgere e che li portano alla morte anzi, con cui li uccidete per costringerli ad estrarre il loro oro e darvelo ogni giorno? E non solo, quali sarebbero le vostre garanzie affinché questi esseri umani vengano indottrinati e conoscano Dio […] celebrino le festività e le domeniche? Quale è la vostra motivazione ditemi o, questi non sono anche loro esseri umani? O questi esseri umani non hanno un’anima razionale? Non siete tenuti ad amarli come a voi stessi? Cosa non capite, Cosa non volete ascoltare? Come mai siete caduti nella profondità di un sonno così letargico. Addormentati? Siate comunque certi che, nello stato in cui vivete, non potrete mai più salvarvi […]».
Ora quanto è stato riferito è che accadeva nel 1500; purtroppo in questo XXI secolo, una tale fotografia viene riproposta in alcuni Paesi, molte sono le cattiverie comminate verso le fasce più deboli di queste società, signori Giudici delle Leggi, perciò, oggi il cuore delle formiche ricercatrici, creative, sognatrici e perfino romantiche è molto triste, ma continua ad animarsi dalle speranze che emergono dalla melodia “Va Pensiero” del Nabucodonosor del Maestro Giuseppe Verdi, ora sebbene loro abbiano il cuore triste, non sono addormentate, continuano a lavorare col loro sorriso, con la loro speranza, con la loro solarità, con la loro musicalità, con la loro poesia che custodiscono gelosamente nella loro anima e che nessun essere vigliacco potrà mai togliere, mai e poi mai, perché alla fine, sempre, ma sempre, vince l’Amore.
Voi sapete, Giudici delle Leggi che il momento contemporaneo sperimenta una crescente, consistente e continua frammentazione sociale che pone in pericolo «ogni fondamento della vita sociale» e pertanto «finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi».6
Per cui il tempo presente ci invita a privilegiare azioni che possano generare nuovi dinamismi nella società e che portino importanti e positivi cambiamenti. Non possiamo permetterci di rimandare “alcune agende” al futuro. Il futuro chiede decisioni immediate e coraggiose, critiche e globali, di fronte ai conflitti mondiali che aumentano il numero degli esclusi e dei bisognosi.7
Oggi c’è l’urgenza di dare ascolto all’appello dei cittadini del mondo, ed in particolare a quei cittadini più deboli, vittime dell’alto costo che si è dovuto pagare per risanare le ferite arrecate dalla crisi economiche e sociali, che hanno visto lesi i loro diritti fondamentali, e che stanno chiedendo aiuto agli organi di giustizia per ricostruire quella fiducia ormai persa verso le istituzioni, di ricevere un’amministrazione della giustizia veloce ed efficiente, che dia un peso sempre maggiore all’autorevolezza dei giudici di fronte ad alcuni governi arbitrari presenti in alcuni Stati membri della Comunità Internazionale, e che chiedono ancora, di riavere quella fiducia nell’autonomia e nella professionalità dei Giudici delle Leggi.
Questi “dolorosi appelli” provengono dalle fasce più deboli della società e si ascoltano come un urlo (un grandissimo urlo, che ci è rimasto impresso nella mente come quel dipinto di Munch) a livello planetario indirizzato principalmente sull’argomento «diritto ed economia», ovvero «il suo giusto bilanciamento ed equilibrio», tema approfondito, fra l’altro, dagli studi del Vice Presidente emerito della Corte costituzionale italiana Prof. Enzo Cheli Il giudice delle leggi. La Corte costituzionale nella dinamica dei poteri, sull’operato delle Corti8, in cui viene analizzato in forma minuziosa tale equilibrio, che costituisce una enorme sfida alla coerenza ed alla lungimiranza non solo dei legislatori e dei governanti, ma anche di coloro cui le Costituzioni, a livello globale, affidano il difficile compito di garantire, in ogni circostanza, la compatibilità delle leggi con i principi fondamentali sui quali poggiano gli ordinamenti.
Quindi, oggi, si rende necessario mettere in atto quelle preziose eredità giuridiche e forensi (la professione degli avvocati, dei procuratori, dei giudici, del loro ministero nobilissimo indirizzato a proteggere i diritti dei cittadini e cooperare con il loro ingegno e la loro conoscenza alla buona amministrazione della giustizia) a cui fanno riferimento sia Giuseppe Zanardelli nella sua opera L’avvocatura (curata di recente dal giudice della Corte costituzionale italiana Giuseppe Frigo, L’eredità giuridica e forense di Giuseppe Zanardelli alle soglie del XXI secolo)9, sia Piero Calamandrei, attraverso la sua opera: Elogio dei giudici. Scritto da un avvocato, in cui l’autore insiste particolarmente sul motivo della comunanza delle “vite parallele”: «il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore».10
In questo XXI secolo c’è bisogno di sentenze coraggiose e di Giudici delle Leggi che contribuiscano, in questo clima di sfiducia generalizzato a livello planetario, soprattutto per le fasce più deboli dei cittadini del mondo, a dare una “persuasione culturale” ed una “direzione di senso” che contribuisca alla crescita del livello di tutela generale dei diritti sociali a livello internazionale. In questo contesto, rientra anche la tutela del «diritto alla famiglia», richiesta dai cittadini del mondo, al fine di realizzare le loro condizioni di vita, indispensabili al pieno sviluppo della famiglia, cellula fondamentale della società.
Si rende necessario che i Giudici delle Leggi attivino soprattutto in quei Paesi “meno virtuosi” i meccanismi di garanzia disposti ai fini della tenuta del quadro dei diritti umani a livello globale; essi vanno attivati nelle diverse Corti o Tribunali costituzionali, organi neutrali, rappresentativi dell’intero contesto nazionale e internazionale. Affinché l’elemento fondante della sovranità – formalmente riferita al popolo – vada ricercato nel testo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo; nel Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali; nella Convenzione sui diritti dell’infanzia; nella Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne; nella Carta Sociale Europea; nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo; nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (la c.d. Carta di Nizza), ed infine nella Dichiarazione sul diritto allo sviluppo del 1986; tutti strumenti giuridici internazionali che sovrastano e vincolano non solo l’insieme dei poteri pubblici ma lo stesso popolo, mentre l’elemento di chiusura del sistema in grado di esercitare il “diritto all’ultima parola” vada ricercato nella presenza di un apparato di giustizia costituzionale11 costruito intorno ad un organo formalmente giurisdizionale, ma sostanzialmente dotato di poteri “politicamente” rilevanti, in quanto diretti a neutralizzare gli atti espressivi della sfera politica (e, in primo luogo, gli atti del potere legislativo) contrari al quadro dei diritti umani.
In poche parole i Giudici delle Leggi, presenti in ogni angolo del Pianeta, come tutti noi, “viaggiatori” di questo “viaggio intenso” che è la vita, potranno miscelare due ingredienti principali nel proprio operato: “Amore e Poesia”.
Dovranno “farci innamorare” attraverso le loro pronunce, se vorranno “conquistare il nostro Cuore”, dalle loro “fabbriche di sentenze” ed in particolare “dalle loro ciminiere”, ogni giorno, dovranno uscire “fumate bianche”12 che nel cielo levate dicano HABEMUS IUSTITIA e VERITAS.
Così, nel giro di qualche giorno ci innamoreremo profondamente di loro, perché accenderanno nella nostra anima, una speranza soprattutto per tutti quei fratelli che sono stati feriti nel loro viaggio.
Questo, per noi sarà il sorriso ed il messaggio più bello che riceveremo da loro nel nostro cammino.
Quindi Giudici delle Leggi presenti in ogni angolo del Pianeta: Non si deve aver paura d’amare, perché ricordatevi che, come diceva quotidianamente nelle sue opere misericordiose Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, presbitero italiano dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che sempre, sempre, ma sempre, che l’Amore con l’Amore si paga!13
Ora, i presupposti logici e necessari per poter adeguatamente tutelare la famiglia e i suoi diritti, risultano essere oggetto di studio della presente ricerca; sono: il «diritto all’abitazione», che è pure condizione cronologicamente presupposta per il pieno esercizio del «diritto alla protezione» contro la povertà e l’emarginazione sociale, sia degli individui che delle famiglie; il «diritto alla privacy» ed il «diritto all’inviolabilità del proprio domicilio». Diritti che non possono in alcun modo essere tutelati, se gli esseri umani vengono costretti a vivere per strada.
Infatti, non si può di certo pensare che la dignità e l’integrità del nucleo familiare possano essere salvaguardate se la persona viene relegata nelle condizioni tristissime e disperate che sono state immortalate dal film The Pursuit of Happyness (La ricerca della felicità: il cui titolo fa riferimento alla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, così scritta da Thomas Jefferson 1743–1826, dove sono elencati i diritti inalienabili dell’uomo: la tutela della vita, della libertà e la ricerca della felicità) del 2006, diretto da Gabriele Muccino, che racconta la vita di Chris Gardner, imprenditore milionario, che durante i primi anni ottanta dal secolo scorso visse giorni di intensa povertà, con un figlio a carico e senza una casa dove poterlo crescere.
Peggio ancora, non si può di certo pensare che la dignità e l’integrità del nucleo familiare possano essere salvaguardate se gli esseri umani vengono relegati in una periferia della Città, in una “baracca” o “catapecchia”, in condizioni di promiscuità, come raccontate impietosamente, con tutte le loro miserie, morali e materiali, dal film italiano Brutti, sporchi e cattivi del 1976 (fra l’altro vincitore del premio per la miglior regia al 29° Festival di Cannes) diretto da Ettore Scola.
Quindi la costruzione giuridica internazionale delle istituzioni che oggi vengono proposte (migliorabili come qualunque altre opere umana e, al tempo stesso, necessarie) possono essere pegno di un futuro sicuro e felice per le generazioni presenti e future.
Lo sarà se i rappresentanti degli Stati sapranno mettere da parte interessi settoriali ed ideologie, mettendosi al servizio del bene comune.
Si augura che sia così, affinché in questa Comunità Internazionale, tutti i suoi Stati membri e ciascuno dei suoi Giudici delle Leggi, renda sempre un servizio efficace all’umanità, un servizio rispettoso della diversità e che sappia potenziare, per il bene comune, il meglio di ciascun popolo e di ciascun cittadino a cui vengano riconosciuti in primis due diritti: “IL DIRITTO DI SOGNARE” E “IL DIRITTO DI ESSERE FELICE”.
Dunque, si può concludere questa tappa introduttiva facendo valere il sacrosanto diritto di una formica, di una formica sempre fedele alla IUSTITIA e all’AMORE (orgogliosamente di origine messicana, anzi azteca, perché nata nella meravigliosa Venezia mēxihcah: Mēxíhco-Tenōchtítlān, oggi divenuta l’odierna Città del Messico) di sognare dolcemente nella sua lingua náhuatl:
«Neuatl, nej- / nikpia / se / youaltetsauitl, kochistli / ma / mochintin, noceti / no…uan / iknimej / y, inik sempoalchikueyi machiotlajtoli iuik kaxtilmachiotlajtololistli / imin / senyelistli/ ueuetke/ kokoxki, kokoxkatl/ siuaj /okichtin, tlakamej /atle / tekitl / akuali, amokuali /milpixki, milkitki, ixtlauatlakatl, miltlakatl, tlakauali / iknotl, motolinki/ auikyani/ moneki, chikuauki/ choloani / iuik, ik, mani, kopa, iuikpa / mochi, nochi / semanauak, semanauatl / amo / ik, mani / melauak, mimatki / a, inik se machiotlajtoli iuik kaxtilmachiotlajtololistli / kali, chantli / iukayotl / mekayotl, mekatlakayotl / ik, ipampa / tlatsitskili / ka / iknimej / nik, pampa / teasi / imin / youaltetsauitl, kochistli / choloakoyan / tonali, totomilistli, tonalistli, tlatotonilotl /tlanaliuilistli / iuik, ik, mani, kopa, iuikpa / se / kali, chantli / ma / mana, mati, niktlalia / ojtli / kopa, nauak, uik, teuikpa / pakiliskayotl, kisempakkayotl, yolchiualistli / neuatl, nej – / nikpia / se / youaltetsauitl, kochistli / Domus XXI».14
La traduzione alla lingua italiana “Io ho un sogno: che tutti gli Esseri Umani, ed in particolare quelli più bisognosi, quali gli Anziani, i Bambini, i Malati gravemente, i Portatori di Handicap, i Capi Famiglia, i Disoccupati Forzati, i Lavoratori Precari, i Contadini, gli Emarginati, i Dimenticati, e perciò Invisibili, in condizioni di Estrema Povertà, i Migranti Forzati, i Rifugiati per motivi di Guerra e di Violenza presenti in ogni angolo della Terra, vivranno un giorno in una Comunità Internazionale nella quale non saranno esclusi dal diritto di avere una casa degna e rispettosa dell’ambiente e degli altri esseri viventi. Esclusi per motivi di razza, di nazionalità, di religione, di status sociale, ma sostenuti dai loro confratelli affinché raggiungano anche essi uno dei loro sogni, forse il “sogno maestro o portante degli altri”: il rifugio, il calore e la serenità di una Casa, in cui dall’ingresso del portone si intravedano quei preziosi e luminosi binari dai colori dell’arcobaleno che portano verso un posto chiamato Felicità. Ho un sogno: Domus XXI, oggi!”.